Preghiera con Maria Madre del Signore. Meditazione di don Marco Gnavi sul primo libro dei Re 17,7-16
27 Сентябрь 2022 | продолжительность: 30:36
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La parola di Elia svela la volontà salvifica di Dio, ma anche la condotta peccaminosa dell'uomo. Infatti Elia aveva annunciato una siccità di anni, conseguenza del comportamento del re Acab che aveva scelto una donna fenicia come sposa e aveva adorato i Baal, si era allontanato dalla fede. Elia entra nella vita del suo popolo dopo aver sostato presso il torrente Cherit, in un luogo desertico dove fa esperienza anche lui del bisogno e della fame. Verrà soccorso da un corvo, nutrito mattina e sera con pezzi di pane e carne, che lui non possedeva ma che gli vennero donati. Il torrente Cherit è il luogo dell'incontro con la sua fame, con il soccorso di Dio e con la Sua Parola.
Anche noi possiamo fare esperienza dell'incontro con Dio, della crescita nel cuore della sua presenza e del dono di un nutrimento che non viene da noi.
Entrando a Sarepta incontra una vedova con il suo figlio, una vedova e un orfano, allo stremo, alla fame, come purtroppo è facile incontrare donne, orfani, allo stremo, alla fame, per le più diverse ragioni. Ma spesso c'è la responsabilità degli uomini.
Di fronte alla disperazione della vedova l'uomo di Dio comanda che prima di dare da mangiare al figlio e a lei stessa, gli venga cotta una piccola focaccia: è la Parola del Signore che lo comanda e questa donna fa secondo la Parola. In tante situazioni di dolore la Parola suggerisce non di salvare se stessi ma di sfamare gli altri, in questo caso l'uomo di Dio, il profeta. La volontà salvifica si afferma così in una condizione di bisogno moltiplicando la gratuità e la generosità, a partire da un comando che sembra del tutto innaturale, quasi cinico: dividere, condividere il niente. Quante volte abbiamo ricevuto lezioni dai poveri che hanno moltiplicato il niente considerando la vita degli altri al pari della propria se non superiore! Quante volte la Parola di Dio ci ha esortato a entrare nei tornanti della storia, non a partire da ciò che possediamo ma dal bisogno altrui, credendo alla Parola! L'intelligenza, la creatività, la disponibilità si trasformano in un nutrimento che non viene meno: secondo la Parola, infatti, la farina della giara non venne meno, l'orcio dell'olio non diminuì. La Parola passa dall'alto alla bocca del profeta e dalla bocca del profeta a una donna e al suo figlio e la benedizione non tarderà ad arrivare, e non solo il cibo ma anche la benedizione dalla guarigione del bambino si compirà in quella terra.
Guardando al mondo complesso del nostro tempo, sentiamo di aver bisogno di un nutrimento interiore e avvertiamo così il bisogno di nutrimento delle folle e dei poveri. La storia anche quando è dolorosa è sempre un'occasione di amore e di gratuità. La prima gratuità è quella di Dio stesso che ci viene incontro, non lascia il vuoto del nostro cuore e che le nostre scelte siano comandate da quel peccato che si chiama originale, cioè è dentro di noi, al fondo di ciascuno, al fondo anche delle culture, dei popoli, di chiunque crede che salvando sé stessi scamperà alle tragedie della storia. La storia non è finita ma ha un fine, mostrare che l'amore fa nuove tutte le cose.
I tornanti difficili della vita siano occasioni di amore, di rendimento di grazie, di fede.
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